//Sacra Corona Unita

Sacra Corona Unita

Parlando di criminalità organizzata italiana, il pensiero cade subito sulle 3 “mafie” meridionali: Cosa Nostra, la Camorra e la ‘Ndrangheta.
La prima perché rimanda subito alla politica stragista che ci ha strappato eroi contemporanei come il Generale Dalla Chiesa e i giudici Falcone e Borsellino.
La seconda per le faide combattute sul finire del secolo scorso e, soprattutto, per le minacce che Roberto Saviano ha dovuto subire.
La terza, spesso rimasta in sordina rispetto alle prime due, per i tentacoli e le
ramificazioni che ha creato nel tempo, arrivando a mettere le mani persino nel Nord
Italia.
Nel panorama criminale italiano, sembra proprio non esserci posto per nessun altro. Eppure, i fatti di mafia capitale, cui si ispira la serie TV “Suburra”, ci insegnano che lo scenario “mafioso” del nostro Paese si è modificato rapidamente e che altre areedella Penisola non sono immuni da fenomeni di stampo criminale.
È il caso della quarta mafia del Sud negli anni ’90, alias “Sacra Corona Unita”, che imperversava nel Salento negli ultimi due decenni del secolo scorso.
Se oggi il Tacco d’Italia è visto come meta turistica ambita, emblema della Puglia “rinata” negli ultimi dieci anni grazie a una mirata politica di marketing territoriale, negli anni ’80 e ’90 sulle coste di Fasano e di Brindisi giungevano tonnellate di
sigarette destinate al contrabbando e nelle campagne leccesi si consumavano i peggiori omicidi mai visti in quella terra.
Questa breve presentazione, ispirata in toto al libro “Storia della Sacra Corona Unita” di Andrea Apollonio, vuol essere un invito a chiunque abbia a cuore la legalitàe la lotta contro le “mafie” a interessarsi a fenomeni criminali sconosciuti ma non
per questo poco pericolosi, come la SCU.
Mi sento di rivolgere un sentito ringraziamento al mio conterraneo Andrea Apollonio, autore ad oggi di uno dei pochissimi libri a trattare in maniera scientifica il fenomeno criminale salentino, nonché ai magistrati che hanno combattuto strenuamente per estirpare quest’erbaccia da un territorio così fertile.

Per scaricare la presentazione: clicca qui.