“Libertà di espressione e d’informazione: Ogni persona ha diritto alla libertà d’espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera.”
(Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE)
di Caterina Tridenti
Libertà di stampa e diritti individuali
Trattare di libertà in un momento come questo, in cui ci accingiamo a fare capolino da un periodo di forzata reclusione e di costrizione all’interno delle nostre abitazioni, spazi circoscritti, delimitati e limitanti, potrebbe apparire come un controsenso. Eppure, ci sono libertà che non possono essere limitate, ostacolate. Libertà più potenti di qualsiasi reclusione forzata, intrinseche alla natura umana e che, in quanto tali, sussistono e non possono essere sottratte. Espressione, pensiero e coscienza. Sono questi i pilastri che erigono e sostengono l’idea stessa di società moderna, quella cioè che si basa sul riconoscimento dell’individuo. Sono le libertà inalienabili, che spettano di diritto ad ogni individuo per il semplice fatto di essere dotato di ragione e di coscienza e che garantiscono validità e valore alla sua stessa esistenza.
L’articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo stabilisce che “Ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione, tale diritto include la libertà di opinione senza interferenze e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza frontiere”, la libertà di stampa dunque diventa garante delle precedenti libertà inalienabili e “pietra angolare su cui poggia ogni democrazia”. (Martella, Maggio 2020) La stampa infatti garantisce la divulgazione democratica della libertà di pensiero e di espressione; i giornali permettono la fruizione diretta di notizie e informazioni a tutti indistintamente. La libertà di stampa si declina e si manifesta nella diversità di opinioni e di idee, che aiuta a riflettere, pensare, e ragionare. Essa crea una costante dialettica, un continuo confronto di idee diverse permette la formulazione di un’opinione pubblica. Si svolge così un processo di interazione e dibattito pubblico, processo di reciproca influenza tra persone e istituzioni. Così il giornalismo svolge un ruolo fondamentale nello stabilire e consolidare una collettività sociale. Storicamente infatti la nascita della libertà di stampa coincide con lo sgretolarsi di regimi autoritari e degli assolutismi in prima in Inghilterra e poi a cascata in altri paesi limitrofi, rappresentando uno snodo cruciale nelle società. Emerge dunque un collegamento essenziale tra la libertà d’informazione e la società democrazia, in quanto la costruzione di un’opinione pubblica denota un coinvolgimento culturale e una partecipazione attiva nella vita pubblica e politica.
Crisi e assedio alla libertà di stampa odierna
L’attuale crisi di COVID-19 sta mettendo a dura prova il settore dei media, e con esso anche la capacità dei giornali di fornire informazioni comprensibili e accurate per contrastare la disinformazione sulla pandemia, che rappresenta un grave problema per la percezione dell’opinione pubblica riguardo il virus e per la sanità pubblica stessa. Da un lato, il COVID-19 si sta diffondendo in modo rapidissimo e parallelamente, esattamente come il virus stesso, vanno diffondendosi anche le notizie tramite molteplici canali. Questa trasmissione invasiva e capillare di quantità indigente d’informazione prende il nome proprio di “infodemia” e rende estremamente più complicata la formulazione di un’opinione pubblica chiara e la gestione dell’emergenza. (Grandi e Piovan, Marzo 2020)
Inoltre, la crisi sanitaria e il contagio informativo che ne consegue insieme acerbano ulteriormente le minacce nei confronti di giornalisti, attacchi spesso orchestrati e spronati da parte di organizzazioni criminali. Con dati alquanto preoccupanti, l’Italia si colloca tra i paesi con più numero di cronisti aggrediti all’interno dell’Unione Europea e l’ultimo report pubblicato da Reporter Senza Frontiere (RSF) in cui si classificano i paesi in base alla libertà di stampa a livello globale, pone l’Italia al 41esimo posto, ben lontano dal resto d’Europa. Il documento rimarca che “Il livello di violenza contro i giornalisti continua a crescere, soprattutto a Roma e nella regione circostante, e nel sud”. (RSF, Maggio 2020)
Sono una ventina i giornalisti costretti alla scorta, tra cui viene spesso ricordato Roberto Saviano che da 14 anni vive un’esistenza blindata ma le cui parole continuano a creare scompiglio e crescente insofferenza tra mafiosi e politici. Le minacce dei boss mafiosi hanno istigato la protezione di Federica Angeli, giornalista che vive sotto scorta dal 2013 a causa delle sue inchieste sui clan mafiosi di Ostia, di Giovanni Tizian, che ha raccontato della ‘ndrangheta emiliana e di recente a questa lista di giornalisti che in nome della liberà di stampa e di informazione hanno sacrificato la loro libertà individuale, è stato aggiunto l’ex-direttore di Repubblica, Carlo Verdelli. Sono addirittura molti di più coloro che quotidianamente ricevono intimidazioni e minacce, da parte di mafie vecchie e nuove consapevoli che l’attenzione dei media e la ricerca meticolosa e coraggiosa dei reporter può mettere a rischio la loro sopravvivenza.
Il quadro italiano che emerge dall’analisi condotta da Ossigeno per l’Informazione, sotto commissione dell’ECPMF (Centro Europeo per la libertà di Stampa e dei Media di Lipsia), all’interno del dossier “Molta Mafia, poche notizie” è impietoso e sconfortante: negli anni tra il 2006 e il 2018, sono stati oltre 3721 i giornalisti (tra blogger, fotoreporter italiani e video operatori) ad essere bersagli della massima pressione intimidatoria di potenti e mafie tra minacce, aggressioni, danneggiamenti, furti mirati, querele pretestuose, diffamazione infondate e gravi abusi. E’ ancora più sconvolgente scoprire che la stragrande maggioranza di questi attacchi (circa il 91%) è rimasta impunita, nonostante abbia di fatto creato un forte chillling effect (congelamento) sulla libertà di stampa e di espressione.
La storia italiana è gravemente contaminata da una serie di omicidi di giornalisti che hanno messo la loro professionalità al servizio della crescita della società, devoti fino alla fine alla ricerca della verità, assassinii volti a sopprimere voci temerarie e ferme che hanno rifiutano ogni sopraffazione. Si possono ricordare Mauro de Mauro, giornalista ucciso da Cosa Nostra nel 1970 per aver rivelato l’organizzazione e la struttura della mafia in Sicilia, Giuseppe Impastato, fondatore di Radio Aut su cui denunciava il boss mafioso Badalamenti e assassinato nel 1978, Giuseppe Fava, fondatore del mensile I Siciliani, ucciso il 1984, Giancarlo Siani morto nel 1985 per mano della camorra, Giuseppe Alfano nel 1993 e molti altri ancora che tracciano una scia di sangue indelebile che porta fino al giorno d’oggi. Purtroppo infatti la situazione attuale generale della libertà di stampa nel mondo è peggiorata secondo RSF, ed è cresciuta l’ostilità nei confronti dei giornalisti. L’ultimo documento pubblicato dall’organizzazione indipendente lascia trapelare che tra 180 paesi solamente il 24% dispone di un livello di libertà di stampa positivo o soddisfacente nel 2019 e nel 2020, un’evidente diminuzione rispetto al 26% del 2018 e al 27% del 2017. (RSF, Maggio 2020)
Purtroppo questo è un problema che non minaccia unicamente l’incolumità di reporter alla ricerca di verità scomode ai potenti, o dei loro parenti e amici, di giornalisti vittime di intimidazioni e di cronisti sottoposti ad aggressioni terrorizzanti. Il livello di penetrazione delle strutture di criminalità continua a pervadere e ad estendersi ad ogni ambito fino ad inquinare l’attività dei media a determinarne le informazioni che possono circolare liberamente e quelle invece che vanno taciute, nascoste, sotterrate, mette a repentaglio la libertà di informazione stessa che, come attesta la nostra Costituzione, è fondamento di democrazia.
E’ proprio per questo che bisogna tutelare i giornalisti e sostenerne il lavoro, in quanto essi, attraverso l’informazione libera e corretta, difendono la nostra vita sociale dall’aggressione e la nostra libertà personale e familiare. Per proteggere le nostra libertà di espressione, di parola e di pensiero, vi è la necessità di testi scomodi che indagano e criticano la situazione attuale e pongono breccia allo status quo. Vi è necessità di giornalismo “senza peli sulla lingua”, come quello che faceva Cosimo Cristina prima di essere “suicidato dalla mafia”, di reporter impegnati nella lotta contro i conflitti di interesse che si manifestano quando uomini o donne di potere utilizzano i media per soggiogarli al servizio dei loro interessi personali, di cronisti che con il potere della parola scelgono di spezzare il silenzio e di riempire lo spazio vuoto creato dall’omertà e dalla paura con coraggio e tenacia.
Oggi, nell’epoca della massificazione dell’informazione, nell’era di Internet, della massima democratizzazione delle notizie, in cui le notizie sono diventate “commodities”, accessibili a chiunque in grandi volumi e basso costo questa necessità si fa sentire più che mai. Durante un’attualità caratterizzata da ondate cariche d’informazione che si diffondono veloci come il virus, diventa fondamentale la figura della giornalista. Giornalista che secondo Rampini si deve contraddistinguere per “l’etica professionale, la deontologia dell’onestà intellettuali, principi del controllo delle fonti, la capacità di evitare i conflitti d’interessi, la cultura storica. L’impegno civile, la vocazione a mettere in discussione le verità ricevute, i luoghi comuni e gli stereotipi”. (Federico Rampini, 1974)
Riferimenti:
Grandi N. e Piovan A. “I pericoli dell’infodemia. La comunicazione ai tempi del coronavirus.” MicroMega (Marzo, 2020)
http://temi.repubblica.it/micromega-online/i-pericoli-dell%E2%80%99infodemia-la-comunicazione-ai-tempi-del-coronavirus/
Radio popolare – MEMOS | 22/03/2019: Decimo e ultimo incontro del ciclo di “Lezioni di antimafia”: Sabrina Natali e Nando dalla Chiesa. Ideato dalla Scuola di Formazione “Antonino Caponnetto” e coordinato da Liguori.
https://www.radiopopolare.it/trasmissione/memos/
Parlamento Europeo “Tutelare la libertà di stampa durante la pandemia di COVID-19” (Aprile, 2020)
https://www.europarl.europa.eu/news/it/headlines/world/20200423STO77709/tutelare-la-liberta-di-stampa-durante-la-pandemia-di-covid-19
RSF. “2020 World Press Freedom Index: “Entering a decisive decade for journalism, exacerbated by coronavirus” (May, 2020)
https://rsf.org/en/2020-world-press-freedom-index-entering-decisive-decade-journalism-exacerbated-coronavirus
Canonico N. e Marconi F. “Quanti giornalisti uccisi per aver fatto il loro mestiere” (Novembre, 2017)
https://espresso.repubblica.it/foto/2017/11/15/galleria/giornalisti-uccisi-1.313900#19