//‘Ndrangheta e burocrazia

‘Ndrangheta e burocrazia

di Gabriele Prudente

169 arresti, beni per 50milioni di euro sequestrati, un consiglio comunale sciolto per infiltrazioni mafiose, quattro comuni con commissione d’accesso per sospetti di infiltrazione: è questo il risultato dell’operazione Stige ​condotta lo scorso gennaio dalla DDA di Catanzaro, diretta dal Procuratore Nicola Gratteri​.
L’inchiesta è riuscita a far luce sulle ingerenze delle ‘ndrine crotonesi e del cosentino ionico su imprenditori, politici e burocrati, riuscendo ad arrivare al cuore delle amministrazioni locali.
Un legame, quello tra ‘ndrangheta e cosa pubblica​, noto da molto tempo e attenzionato particolarmente da quando l’ex Procuratore aggiunto di Reggio Calabria ha preso le redini della Procura del capoluogo calabrese.
Una commistione che vede coinvolti non solo amministratori locali, quindi eletti dai cittadini, ma anche i funzionari degli enti locali, quelli che materialmente bandiscono e affidano servizi e lavori pubblici. Questo problema è molto più evidente nei piccoli comuni, con scarse dotazioni organiche, tali da rendere impossibile ogni tentativo di rotazione degli incarichi apicali. Avviene quindi che, ad esempio, un ufficio tecnico sia gestito dallo stesso funzionario per 15, anche 20 anni.
È stato proprio Gratteri che nel luglio 2016, in un incontro pubblico, affermò: “Prima ancora della politica e della ’ndrangheta, il problema della Calabria sono i quadri della pubblica amministrazione”, Una frase che ha gettato un faro su un modus operandi di dirigenti pubblici calabresi che “gestiscono – secondo Gratteri – la cosa pubblica con metodo mafioso​”.
Le cronache recenti ci consegnano innumerevoli casi di dirigenti e funzionari “longa manus” della ‘ndrangheta all’interno degli uffici comunali. Come non ricordare l’arresto nel luglio 2016 dello storico dirigente del Settore Lavori Pubblici del Comune di Reggio Calabria, Marcello Cammera​, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Da citare anche Angela Nicoletta​, responsabile dei lavori pubblici a Gioia Tauro (RC), arrestata nel gennaio 2017 nell’inchiesta “Cumbertazione” della DDA di Reggio Calabria. Sono purtroppo tanti i casi di infiltrazione della criminalità organizzata non solo quindi nelle stanze del potere politico, ma addirittura in quelle della macchina burocratica degli enti locali, soprattutto nei piccoli comuni.
Un allarme questo lanciato da Gratteri anche a margine della conferenza stampa a seguito dell’operazione Stige. Il Procuratore di Catanzaro ha infatti affermato: “Più volte abbiamo documentato come i politici cerchino i capimafia per avere i pacchetti di voti. Oggi siamo ancora a un passo ulteriore: uomini interni all’organizzazione gestiscono in modo diretto la cosa pubblica”.