L’attività mafiosa in Olanda diventa sempre più sanguinaria e persistente, eppure non tutti conoscono questo fenomeno, le sue caratteristiche e gli elementi che lo alimentano. Il paradosso che emerge è che l’intera struttura economica e finanziaria olandese influenzi indirettamente la proliferazione dello stesso.
Una panoramica del fenomeno
A partire dal 2014, con la pubblicazione del libro-inchiesta ad opera dei giornalisti e criminologi Marijn Schrijver eWouter Laumans, si inizia a parlare di “Mocro Maffia”. La dicitura, coniata dai due autori, faceva riferimento a un gruppo di ladri di gioielli operanti nella città di Amsterdam che, a partire dal traffico di droga, arrivarono a strutturare un’associazione criminale estesa e molto potente. Ad oggi, Il termine, di matrice dispregiativa, designa un’organizzazione criminale attiva principalmente tra Olanda e Belgio. “Mocro” è un neologismo coniato alla fine degli anni ’90 per designare gli immigrati di origine marocchina in Belgio e nei Paesi Bassi, in questo caso, è utilizzato per riferirsi alle origini nordafricane dei componenti dell’organizzazione, anche se, in realtà, gli affiliati sono di diverse nazionalità. La parola “Maffia” è una caricatura del termine “Mafia” e deriva dal tipico errore di pronuncia dello stesso.
È interessante approfondire il linguaggio del fenomeno attraverso i termini “Mocro-oorlog” e “Borgerokko Maffia”; il primo traducibile con “Guerra Marocchina” viene utilizzato dai media e dai giornalisti per designare il conflitto generato dalla Mocro Maffia a partire dal 2012. Il secondo, introdotto da Raf Sauviller nel libro Borgerokko maffia, è utilizzato per riferirsi alle reti attive ad Anversa.
Il riferimento dispregiativo alle radici etniche dell’organizzazione è fondamentale per interpretare le caratteristiche del fenomeno e la sua percezione nel Paese. Circoscrivere i criminali operanti in Olanda nel calderone degli immigrati che siano nord-africani, caraibici, messicani, slavi aiuta ad assolvere il Paese, deresponsabilizzandolo.
La Mocro Maffia è organizzata in diversi clan che fanno riferimento ad un’organizzazione centrale strutturata e a un capo al suo vertice. I componenti di questo gruppo sono soprattutto serbi, olandesi, albanesi attorno ai 40 anni, mentre, originariamente, gli affiliati e i capi erano tutti di origine maghrebina.
Il gruppo è specializzato nel traffico di cocaina, droghe sintetiche e cannabis, anche grazie agli accordi privilegiati con i cartelli colombiani che favoriscono un canale di transito in Europa attraverso i porti di Anversa, Rotterdam e dell’Algeria.
Perché l’Olanda?
I porti di Anversa e Rotterdam si trovano in una posizione strategica, questo favorisce la creazione di un varco d’accesso alla cocaina proveniente dal resto del mondo e diretta in tutta Europa. La testimonianza di un pentito di Ndrangheta conferma il transito di circa 8000kg di cocaina nel solo porto di Rotterdam ogni anno. Questa merce viene poi trasportata ad Amsterdam per essere immagazzinata e smistata nel resto del continente. Un’altra ragione risiede nelle competenze tecniche presenti nel territorio, infatti, uno dei pilastri portanti dell’economia olandese è rappresentato dall’industria chimica, questa caratteristica risulta un aggancio fondamentale per l’organizzazione criminale che sfrutta le competenze di uno dei settori più sviluppati del Paese per la lavorazione di droghe sintetiche. Spesso, questi processi avvengono all’interno di cargo galleggianti ubicati nei canali delle città, la quantità di sostanze lavorate è elevatissima, si parla di miliardi di pasticche di ecstasy prodotte solo in Olanda, un record planetario. Non solo i canali ma anche pascoli, serre e campi risultano dai rapporti di polizia i laboratori più gettonati per la sintetizzazione di droghe pesanti.
Lo spostamento e il trasporto delle merci all’interno del Paese sono facilitati dall’assenza di pedaggi autostradali, questo rappresenta un vantaggio dal punto di vista dei costi ma, soprattutto, per l’assenza di controlli che incentivano i transiti su strada da e per i porti.
A questo si aggiunge un sistema legislativo debole che ancora non ha recepito del tutto nelle sue leggi l’importanza e la complessità del contrasto alle associazioni mafiose. Le pene, infatti, sono ancora molto lievi, così come le leggi, il tutto si inserisce nell’ambito di una tradizione politica di generale tolleranza: la gedoogbeleid. Questo punto è estremamente sottovalutato dalla politica, dai media e dall’opinione pubblica come dimostra il rifiuto della scorta da parte del giornalista Peter De Vries. Lo stesso premier Rutte, dopo un iniziale rifiuto, ha deciso recentemente di accettare la protezione scoprendo successivamente di essere stato seguito e monitorato da alcuni “spotter”.
Anche il sistema fiscale rivela delle debolezze che finiscono per favorire le attività criminali. I Paesi Bassi sono considerati un paradiso fiscale, gli sgravi fiscali e la possibilità di reinvestire facilmente attirano criminali da tutta Europa e creano terreno fertile per le attività della mafia.
Ultimi aggiornamenti
Il discorso sulla Mocro Maffia è vivo e attuale, gli ultimi avvenimento lo dimostrano. A partire dall’omicidio del giornalista Peter R. de Vries, professionisti, avvocati e magistrati, oltre che esponenti del mondo dei media hanno dovuto richiedere protezione per sé e per le rispettive famiglie.
Nel 2019 un nuovo assassinio macchia il Paese; Derk Wiersum viene ucciso nella sua casa ad Amsterdam il 18 settembre, l’avvocato in quel periodo stava lavorando al processo Marengo in difesa di Nabil. B., un pentito che aveva fornito informazioni sul boss Ridouan Taghi, uno dei capi della Mocro Maffia.
È di pochi mesi fa la decisione dei servizi segreti olandesi di porre sotto protezione il premier Mark Rutte a causa del rischio di un attentato o di un sequestro nei suoi confronti. Alcuni spotter, affiliati dell’organizzazione mafiosa che si occupano di raccogliere informazioni per la pianificazione di attacchi, sono stati infatti identificati nei pressi della sua abitazione. Si tratta di un evento dall’impatto notevole se si pensa che la tradizione olandese prevede misure di sicurezza molto blande per gli esponenti della politica, il primo ministro era solito spostarsi in bicicletta senza alcuna supervisione.
Questa notizia sottolinea un segnale forte di apprensione nei confronti di un fenomeno intenso, attivo da molti anni e spesso sottovalutato dalle istituzioni che necessita di maggiore consapevolezza per supportare una repressione strutturata.
di Mariasole Finelli
Link utili: https://www.corriere.it/elezioni-europee/100giorni/paesi-bassi/ https://www.ilpost.it/2021/10/07/mocro-maffia-paesi-bassi/ https://www.corriere.it/esteri/21_settembre_27/olanda-premier-mark-rutte-sotto-protezione-si-temono-rapimenti-o-attentati-parte-mocro-maffia-91386402-1fa4-11ec-b908-b44816b61f2f.shtml?refresh_ce https://www.31mag.nl/saviano-ha-ragione-la-mafia-in-olanda-e-una-cosa-seria-e-la-comunita-italiana-deve-mobilitarsi/ https://www.agcnews.eu/paesi-bassi-la-mocro-mafia-intimidisce-il-governo/ https://www.corriere.it/esteri/21_agosto_02/roberto-saviano-olanda-paradiso-narcos-f0668978-f2f8-11eb-9e5d-11e1603bb92c.shtml