di Pierluigi Ferrari
“Lo sport più bello del mondo!”. Quante volte abbiamo sentito questa frase uscire dalla bocca di appassionati, opinionisti, calciatori, cronisti e chi più ne ha più ne metta?
Certo, se guardiamo alla storia centenaria di questa disciplina i momenti di romanticismo e di gloria sono infiniti, ma tanti sono anche i suoi lati oscuri, che, puntualmente, emergono creando scandalo, ma neanche troppo, per qualche mese, per poi tornare nel dimenticatoio delle memorie collettive, troppo impegnate con il calciomercato, la costruzione di nuovi stadi (sempre che la macchina burocratica italiana lo permetta), la prossima stagione da pianificare…
PRIMO TEMPO
La storia d’amore, o d’orrore, tra il calcio nostrano e le scommesse è di lungo corso. Il primo bacio avviene il primo marzo 1980, data che segna l’inizio dello scandalo Totonero, quando un commerciante all’ingrosso di ortofrutta, tal Massimo Cruciani, presenta un esposto alla Procura della Repubblica di Roma, sostenendo di essere stato truffato. Infatti, essendo il Cruciani venuto in contatto con alcuni giocatori della Lazio tramite Alvaro Trinca, ristoratore al quale il fruttivendolo faceva da fornitore, egli era stato indotto dai biancocelesti a scommettere ingenti somme su partite di Serie A che erano state combinate. Purtroppo, non tutte le ciambelle escono con il buco, e non tutti i risultati concordati si erano verificati. Così Cruciani aveva perso centinaia di milioni di lire ed aveva deciso di denunciare.
Il melodramma si completa, poi, il 23 marzo, quando le camionette della Polizia e della Guardia di Finanza irrompono letteralmente nei campi di Serie A e B per arrestare i calciatori coinvolti. Il coup de thèatre consiste nel fatto che tale operazione sia ripresa in diretta dalla trasmissione sportiva 90° minuto, tempio sacro del calciofilo italico (Sky e derivati ancora non esistevano). Milioni di occhi assistono all’arresto dei propri beniamini, un trauma che nemmeno la Seconda Guerra Mondiale (si scherza, ma neanche troppo). Il vaso di Pandora è stato scoperchiato.
Finiscono in manette tredici giocatori e altri, tra cui l’astro nascente Paolo Rossi, ricevono ordini di comparizione.
La giustizia sportiva fa il suo corso in maniera rapida. Tra le società, Milan e Lazio vengono retrocesse in B, mentre Avellino, Bologna e Perugia sono penalizzate con decorrenza dal campionato successivo. Tra i tesserati, il presidente del Milan, Felice Colombo, viene radiato; il presidente del Bologna Fabbretti sospeso per 1 anno, mentre, per quanto riguarda gli atleti, la squalifica che fa più discutere è quella del suddetto Paolo Rossi, condannato a due anni di assenza dai campi. Rientrerà giusto in tempo per vincere da protagonista il Mundial di Spagna ’82.
Tuttavia, la giustizia penale ribalta tutto, o quasi. Infatti, i giocatori coinvolti vengono assolti dal reato di truffa aggravata per non sussistenza del fatto.
Ma non si dovrà attendere molto per una seconda uscita con madame calcioscommesse.
1986: il 18 marzo Michele Sindona viene condannato all’ergastolo dal tribunale di Milano quale mandante dell’omicidio di Giorgio Ambrosoli; il 26 aprile a Cernobyl, Ucraina, esplode un reattore nucleare, provocando la fuoriuscita di materiale radioattivo; ai Mondiali di Messico, in giugno, Maradona diventa storia, si compie “La mano de Dios”; l’11 e 12 luglio i Queen tengono due concerti storici, che saranno poi immortalati dal Live in Wembley.
E nel mondo pallonaro italiano che succede?
Il 2 maggio 1986 si costituisce, e di conseguenza viene arrestato, Armando Carbone, braccio destro di Italo Allodi, dirigente del Napoli. Il Carbone confessa l’esistenza di un giro di scommesse che comprende partite dalla serie A fino alla C2, dal 1984 al 1986.
Se dal punto della giustizia penale, ancora una volta, tutto si risolve in un nulla di fatto, con l’assoluzione degli imputati, dal punto di vista sportivo la CAF (Corte di Giustizia Federale) si comporta ancora più rigidamente rispetto a sei anni prima. In appello, per quanto riguarda le società di Serie A, l’Udinese va incontro ad una penalizzazione di 9 punti. In serie B, il campionato più interessato da tale scandalo, il Vicenza, vincitore del torneo, viene estromesso dalla massima competizione dopo l’ammissione di colpa da parte del suo presidente, che dichiara di aver comprato la promozione in Serie B nella stagione 1984-85. Stessa sorte tocca al Perugia, retrocesso dalla B alla C1, e di conseguenza escluso da quest’ultima e costretto a ripartire dalla C2 con 2 punti di penalizzazione. Vengono, invece, penalizzati Lazio (9 punti), Cagliari e Palermo (5 punti), Triestina (1 punto).
Sul Palermo Calcio l’aria si fa ancora più grave quando l’8 settembre la società viene dichiarata fallita dal Tribunale del capoluogo siciliano a causa dell’accumulo di debiti per 500 milioni di lire. Ne deriva l’esclusione da tutti i quadri federali, in gergo comune il Palermo venne radiato da tutti i campionati.
Inoltre, la società rosanero è invischiata dal punto di vista penale, con l’ipotesi di reato di associazione per delinquere e truffa aggravata ai danni del presidente, avv. Salvatore Matta, e di alcuni giocatori. L’inchiesta emerge da un rapporto del 1985 firmato dal commissario Giuseppe Montana, il quale sarebbe stato ucciso dalla Mafia poche settimane dopo, il 28 luglio. Nel rapporto il commissario afferma che: “Nell’ambiente delle scommesse clandestine esiste uno stretto collegamento con soggetti notoriamente conosciuti come malavitosi.”
SECONDO TEMPO
Tralasciando il tema Calciopoli, che meriterebbe una trattazione ad hoc e non riguarda propriamente il mondo delle scommesse, ci spostiamo venticinque anni più avanti. Nel giugno 2011 la Procura di Cremona, nell’ambito dell’inchiesta Last Bet, emana diversi provvedimenti di custodia cautelare nei confronti di varie persone legate al mondo del calcio e a quello delle scommesse. Tra i nomi più noti: il capitano dell’Atalanta Cristiano Doni e gli ex calciatori Giuseppe Signori e Stefano Bettarini. Il procuratore generale Stefano Palazzi deferisce alla Commissione Disciplinare della Federcalcio 26 tesserati e 18 società, dalla Serie A al calcio a 5, con accuse che spaziano dall’illecito sportivo alla semplice violazione del divieto di scommettere per i tesserati.
Il processo sportivo si svolge nell’agosto successivo. Una società, il Chievo, e otto tesserati optano per il patteggiamento, mentre le condanne inflitte sono particolarmente dure. Retrocessioni d’ufficio e penalizzazioni importanti per le società, squalifiche dai campi da gioco fino a 5 anni per i tesserati. Nel procedimento d’appello, pochi giorni dopo quello di primo grado, la maggior parte delle condanne inflitte viene confermata.
Ma non è finita qui. A dicembre, infatti, si apre un secondo filone presso la medesima procura. Vengono eseguiti nuovi arresti, tra cui nuovamente Cristiano Doni, già condannato a tre anni e mezzo nell’ambito del primo filone. A Doni, che addirittura tenta di sottrarsi all’arresto con un tentativo di fuga, viene mossa l’accusa di tentato inquinamento delle prove. A febbraio si aggiunge al filone anche la Procura di Bari, che emana mandati d’arresto per i calciatori Mario Cassano e l’ex difensore dei galletti Andrea Masiello.
Durante la seconda fase la Procura di Cremona rivela che si è giunti all’arresto dei nuovi indagati in seguito ad un’inchiesta transnazionale sul calcio scommesse partita da Singapore, in particolare grazie alle dichiarazioni di Wilson Raj Perumal, cittadino di Singapore arrestato in Finlandia. L’organizzazione sarebbe stata gestita da Eng See Tan detto “Dan”, il quale, secondo un’inchiesta, continuerebbe indisturbato a truccare partite in tutto il mondo. L’organizzazione aveva poi delle diramazioni in tutto il mondo e in particolare in Italia tramite il gruppo dei “bolognesi”, riconducibile a Signori, e quello degli “zingari” riconducibile ad Almir Gegić e Carlo Gervasoni. La forza economica e corruttiva del “Dan” sarebbe stata tale da arrivare ad ipotizzare l’acquisto dell’AlbinoLeffe al fine di truccare le partite.
Tra maggio ed agosto 2012 si svolgono i processi sportivi relativi ai nuovi filoni d’inchiesta delle procure di Cremona e Bari. Alcuni dei deferiti erano già stati giudicati e sanzionati nel primo filone di indagini. Le partite sotto inchiesta riguardano le stagioni dal 2009-10 al 2011-12. Alle società coinvolte vengono inflitte penalizzazioni di varie entità, da scontarsi nelle classifiche dei campionati 2012-2013, per responsabilità oggettiva negli illeciti contestati ai propri tesserati. Solo per il Lecce viene riconosciuta la responsabilità diretta della società e conseguentemente i pugliesi sono retrocessi di categoria.
Nell’ambito del procedimento penale, nel giugno 2012 vi sono, da parte della Procura di Bari, i primi rinvii a giudizio per lo scandalo calcioscommesse: è disposto il rito immediato nei confronti di Andrea Masiello e dei suoi amici Carella e Giacobbe. Il novembre seguente l’ex calciatore serbo Almir Gegić, latitante dal 1º giugno 2011, giunto all’aeroporto di Malpensa si costituisce e viene preso in consegna dai Carabinieri. Nel febbraio 2015, poi, il procuratore capo Roberto Di Martino termina le indagini e formula le accuse per i 130 indagati. Il 27 aprile seguente, dopo quasi quattro anni di latitanza, all’aeroporto di Orio al Serio (Bergamo) si costituisce il macedone Hristiyan Ilievski, capo della banda degli zingari ed ex agente della polizia speciale macedone.
In vista del processo penale, il 7 luglio la Procura di Cremona chiede il rinvio a giudizio per 104 degli indagati con l’accusa di frode sportiva. In totale, le partite contestate sono ben 60.
In conclusione, facendo una summa, si può notare chiaramente come il fenomeno delle scommesse nell’universo calcistico italiano sia estremamente radicato e difficile da debellare in maniera definitiva. Oltretutto, emerge anche il fatto che le dimensioni di tale fenomeno si siano ingrandite sempre più con il passare degli anni, arrivando non solo ad attirare gli interessi delle mafie italiane, ma anche delle organizzazioni criminali in tutto il mondo, il che denota un preoccupante appeal di questa tipologia di business illegale.