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MafiaBnB

Tra il fenomeno sociologico della gentrification e la turisticizzazione dei centri storici: le mani della
malavita organizzata sulla gestione degli immobili da locare, a breve termine, tramite le ormai
popolari piattaforme online, come AirBnB e Booking.com.

di Vittorio Cugnin

I Navigli per Milano, il Testaccio per Roma, il Centro Storico per Napoli. Semplici nuclei topografici per alcuni, luoghi di vita per altri. Conoscere Milano, Roma, Napoli significa lasciarsi sedurre dai colori vivaci, dai profumi autentici e dai suoni spontanei dei loro quartieri simbolo. Il quartiere, vera e propria città in città, segue un preciso corso esistenziale: nasce, cresce, talvolta si espande, si trasforma, sì, ma non muore. Il quartiere persiste grazie ad un particolare sodalizio che unisce pietre e corpi. Un legame che nel corso del tempo si invigorisce e diviene inscindibile in quanto le forze di coesione s’identificano in storia, civiltà e, soprattutto, senso d’appartenenza. I quartieri divengono custodi di passato, cornici di presente ed anticamere di futuro, rendendo le città, a cui appartengono, uniche, inimitabili e diverse tra loro. Un quartiere per una città, una sineddoche che celebra bellezza e umanità. Sarebbe impensabile, dunque, scindere l’Urbe dalle botteghe, animate da commercianti veraci, nelle stradine del Testaccio, oppure Napoli dal suo Centro Storico, labirinto di vicoli, che preserva i segreti della napoletanità, e Milano dal suo lungofiume, anima calda ed autentica della città lombarda, i cui laboratori artigianali ed i locali, frequentati da poeti e scrittori, accendono d’arte la zona.

Oggi, però, sembra che queste differenze si stiano limando. Città, come Roma, Milano e Napoli, appaiono più simili rispetto a trent’anni fa. La crescente somiglianza è attribuibile ad una progressiva trasformazione urbanistica delle metropoli, incentivata, in particolare, da una turisticizzazione in aumento. L’incremento di presenze turistiche, sebbene abbia portato nuova linfa alle attività imprenditoriali del terziario, ha indirettamente generato anche effetti sociali non del tutto positivi. La conseguenza negativa più evidente è rappresentata dalla cosiddetta gentrification, ovvero il fenomeno di migrazione dei residenti autoctoni dei centri storici verso realtà periferiche. Lo svuotamento dei centri storici è alimentato dalla maggiore propensione ad affittare immobili, situati nei centri storici, a breve termine (cioè per un massimo di trenta giorni), privilegiando il fugace turista al residente permanente. Un immobile, locato a breve termine, rende ai proprietari più di quanto questi possano ottenere da una locazione di lungo periodo, senza affrontare eventuali grane di morosità. Il turista, solitamente, preferisce spendere una somma maggiore, in un lasso di tempo ristretto, per soggiornare in un edificio, ubicato nel centro storico, così da beneficare della maggior comodità logistica. Il ricavo marginale, dunque, dato il singolo immobile locato, sarà tanto più elevato quanto più il proprietario sarà abile nel far “girare” l’appartamento tra la domanda turistica, piuttosto che tra la domanda di inquilini di lungo corso.  

Il rinnovamento dei centri storici ed i business, ad esso correlati, hanno stuzzicato l’attenzione di gruppi d’investitori, che hanno, ben presto, valutato la possibilità di ottenere lauti guadagni da un settore, la cui regolamentazione risulta ancora fumosa. Gruppi che, proprietari di società dai connotati enigmatici, sono divenuti, poi, oggetto di indagine da parte delle Procure Distrettuali Antimafia, essendo le società ritenute espedienti, adoperati dalle organizzazioni criminali, per riciclare proventi illeciti. 

Le inchieste hanno fatto luce sul traffico illegale di immobili, locati a breve termine, secondo il celebre modello AirBnB, tramite cui le famiglie mafiose ripulivano, prima, e lucravano, poi, risorse lecite nel mercato immobiliare.

La predilezione per un piano di riciclaggio di tal genere è motivata dalla possibilità di godere di un lauto rendimento da un investimento caratterizzato da una ridotta volatilità finanziaria. La rendita di locazione, seppur di base variabile (nell’ipotesi in cui gli immobili non producano reddito nelle stagioni di bassa affluenza turistica), descrive, comunque, un cospicuo flusso fisso di denaro in entrata. Inoltre, investire in immobili da affittare, tramite portali online, permette alle organizzazioni criminali di mantenere celata, senza eccessivi accorgimenti, l’identità dell’host e, soprattutto, di aggirare i meccanismi di tracciabilità dei trasferimenti monetari, conclusi in contanti, sul pagamento dei canoni (fatto che incentiva gli host ad eludere il fisco ed incassare le somme al lordo d’imposte).

Oltre a quanto emerso dalle indagini delle Procure, altre testimonianze dell’attività illecita, svolta dalle organizzazioni criminali nel business degli investimenti immobiliari, sono riportate dal report della Regione Lombardia sul Monitoraggio della presenza delle mafie in Lombardia 2019. Nel marzo 2019, il tribunale di Milano ha disposto il sequestro e, in seguito, la confisca di una villa, situata nella regione lombarda dei laghi, da cui una famiglia mafiosa ricavava una rendita economicamente rilevante girando in affitto l’abitazione a turisti inconsapevoli. Stessa sorte è toccata, scavando nelle sentenze di confisca, eseguite dal tribunale di Milano, ad un’altra villa, appartenuta ad un prestanome di famiglia ‘ndranghetista, localizzata oltralpe, in Costa Azzurra.

Lo studio Investimenti delle Mafie del Centro di Ricerca Transcrime sottolinea, invece, come le organizzazioni sfruttino differenti strategie d’entrata a seconda del territorio, cui indirizzare gli investimenti. Nelle regioni autoctone, i gruppi criminali sono soliti riciclare denaro nelle tipiche attività del terziario, ove la presenza mafiosa è ormai frequente, come strutture alberghiere, aziende turistiche e locali notturni. Tale strategia è preferita nei territori d’origine poiché investimenti di questo genere esaltano il potere della famiglia agli occhi della collettività. Diversamente accade quando le organizzazioni decidono di espandersi in regioni, in cui non erano precedentemente presenti. In tali casi, la strategia prediletta è l’investimento immobiliare con conseguente offerta del bene in affitto sul mercato. Il reddito da locazione sarà più elevato quanto più la localizzazione degli immobili sarà in territori ad elevata affluenza turistica.

I gruppi criminali hanno iniziato ad investire in luoghi di villeggiatura in Sardegna, Grecia, Svizzera, Spagna, e nei distretti storici, in rinnovamento, di Roma, Milano, Napoli, Londra e Barcellona. In Spagna, ad esempio, l’operazione PassionFruit dell’Antimafia Italiana, coadiuvata dalla Polizia Spagnola, ha portato all’arresto di soggetti, vicini ai clan napoletani Polverino e Moccia, che si occupavano di gestire gli investimenti delle famiglie nei pressi della città balneare di Terragona (l’operazione ha condotto alla confisca di 25 villette a schiera offerte in affitto tramite le piattaforme di flat sharing online) e della capitale della Catalogna, Barcellona.

Ed è allora (anche) così che le differenze tra le città si assottigliano, che i centri cittadini diventano meno storici e più moderni, meno unici e più simili. In un tale processo di trasformazione sociale ed economica, bisogna prestare attenzione a chi nulla importa della storia e dell’innovazione, ma bada solo al potere ed alla ricchezza, impoverendo ancor di più chi già poco possiede. Rafforzare i piani di regolamentazione e supervisione su investimenti a rischio rappresenta l’unica chance, di cui le città dispongono, per conciliare storia e modernità e per offrire ai quartieri simbolo la libera facoltà di trasformarsi, e non morire.

Il futuro avanza, il passato resiste, ed il presente, per chi è dei Navigli, Testaccio o Centro Storico, corre veloce, verso la periferia.